Natura e ambiente

Provincia Di Pescara – L’ambiente

Dal litorale adriatico alle vette dei massicci centroappenninici

La provincia di Pescara, estesa per 1.225 Kmq, si allunga, a forma di cuneo, dal litorale adriatico alle vette dei massicci centroappenninici, riassumendo nella sua morfologia i motivi dominanti di tutto l’Abruzzo. Sul piano geomorfologico e geolitologico si distinguono due zone: l’esterna, costiero-collinare, in cui dominano i dossi argillosi degradanti verso il mare, le pianure alluvionali e gli arenili; l’interna, montana, costituita dai massicci appenninici di natura carbonatica.

Il sistema orografico appenninico, appartenente alla serie carbonatica mesozoica-cenozoica, comprende il versante nord-orientale del Morrone, il settore nord-occidentale della Majella, inciso da profonde valli e spettacolari canyons, e le estreme propaggini sud-orientali del Gran Sasso d’Italia. Dai tormentati rilievi calcarei si passa, in modo brusco, ai dolci dossi collinari del Subappennino, dove il paesaggio è caratterizzato da fenomeni di erosione accelerata, come gli imponenti calanchi. Il Subappennino interno è formato dalla coltre molassica miocenica in
cui prevalgono le arenarie con marne sabbiose e sabbie argillose; quello esterno, prossimo al mare, è dominato dalle argille plioceniche, sormontate qua e là da placche di conglomerati e banchi di sabbie.

Per quanto riguarda l’idrografia, i sistemi fluviali della provincia sono tre: quello del torrente Piomba, che appartiene alla categoria dei torrenti subappenninici con regime molto irregolare e scarse portate; quello del Tavo-Fino-Saline, che fa parte dei fiumi preappenninici, con origine però da sorgenti di pertinenza dei calcari dell’arco esterno appenninico; infine, il sistema del Pescara che fa parte dei fiumi appenninici, alimentati da sorgenti carsiche che sgorgano alla base dei massicci interni, con un regime, quindi, più regolare e con portate maggiori. L’area sorgentifera più importante è Capo Pescara, nei pressi di Popoli, ad una quota di circa 250 m, formata da una cinquantina di scaturigini alimentate dai bacini posti tra l’Aterno ed il Gran Sasso.

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